Spiritualità – Santi e personaggi di rilievo – S. Pietro Fourier

S. Pietro Fourier

San-Pietro-Fourier

Nacque in Francia (regione Lorena) il 30 aprile 1565.

Morì a Gray (regione Franca Contea) il 9 dicembre 1640.

Beatificato il 1730

Canonizzato il 1897 (Postulatore della causa l’Abate don Luigi Santini)

Dopo la canonizzazione, in suo onore fu collocato,a Roma, un altare nella chiesa di S. Nicola dei Forensi, ed una statua, che lo immortala tra i Fondatori di Ordini, nella navata maggiore in S. Pietro in Vaticano.

Pietro Fourier non ha raggiunto la popolarità del “Santao-Curato-D’Ars”, cioè S. Giovanni Maria Vianney ( il santo che ha ispirato al Papa benedetto XVI di indire l’anno sacerdotale), tuttavia è stato il primo parroco canonizzato nella Chiesa. Un primato che non è da vantare scioccamente in chiave campanilistica: sarebbe un atteggiamento che contraddice il Vangelo, tuttavia il fatto è indubitabile e ci fa riflettere sulla via canonicale alla vita spirituale e alla santità. Essa consiste, come si esprimeva S. Agostino, nel binomio: “sanctitas et clericatus”. Intendeva dire, il santo, che la vita canonicale esige l’impegno ascetico della persone “consacrate” e il servizio pastorale dei sacerdoti, chiamati a rappresentare Gesù Cristo, buon pastore, tra i fedeli. Si può dire con gioia: “ il primo parroco santo, (cioè canonizzato) non poteva che essere un canonico regolare.

Fin da giovane ebbe chiara la sua vocazione ed operò scelte precise in conseguenza. Scrive Jacques Choux (in Biblioteca sanctorum, volume X, pagg. 828-838)  “Fa meraviglia vedere Pietro Fourier scegliere un tale genere di vita anziché entrare nella compagnia di Gesù, in seno alla quale era stato educato, dove conservava tante amicizie…Ma tra i Canonici Regolari avrebbe potuto svolgere un’attività che la Compagnia non gli poteva offrire: il ministero pastorale, dato che le abbazie dei Canonici, servivano numerose parrocchie. Questa era veramente la vocazione di Pietro Fourier: essere parroco, pur appartenendo ad una comunità”. (pag. 831).

Naturalmente il suo profilo spirituale fu molto alto ed illuminato, anche nel compito missionario, piuttosto difficile in quegli anni di contrasti aspri tra la Riforma protestante e lo spirito del Concilio tridentino. Si pensava più a combattere gli eretici che a recuperare i fratelli! S. Pietro Fourier agì con metodi non abituali in quei tempi in cui la tolleranza era sconosciuta: dolcezza e rispetto della coscienza. Curò molto la formazione interiore delle persone, con intelligenza e cortesia, sacrificando ore di sonno per scrivere innumerevoli lettere di direzione spirituale, ancora leggibili con frutto. Insomma il suo profilo può ancora aiutarci a capire il senso dell’anno sacerdotale che il papa benedetto XVI ci invita a vivere perché la Chiesa cristiana sia guidata da pastori santi e santificatori.

                                                                       Don Pietro Guglielmi